14 Marzo 2010
La Settimana Santa tra riti e tradizioni a Castronovo di Sicilia
Le celebrazioni annuali dei riti della Settimana Santa (clicca sull’immagine per scaricare il programma in pdf) rappresentano per questo centro uno dei momenti più significativi della fede e della tradizione popolare ed assumono una notevole rilevanza nella vita religiosa dei castronovesi che da sempre vi partecipano massicciamente.
I riti della Passione, Morte e Risurrezione del Cristo vengono introdotti dalla suggestiva Processione delle Palme, commemorazione dell’entrata di Gesù, a dorso d’asina, a Gerusalemme. La processione, molto partecipata, inizia alle ore 10,00 sul sagrato della Chiesa Madre. Vi sono numerosissimi bambini e ragazzi con palme e rami di ulivo, molti anche gli adulti che una volta venivano recando alberi frondosi, maestosi ed abbelliti on carta colorata, campanelli e vari oggetti decorativi. Arriva il sacerdote ( solitamente l’Arciprete) vestito dei paramenti rossi e seguito, oltre che dai chierici, da dodici uomini, vestiti da Apostoli con simboli che li distinguono uno dall’altro. S. Pietro porta la chiave, Giuda con una borsetta ed i trenta denari ( simbolo del tradimento).
Dopo la benedizione delle palme inizia la processione che percorrerà tutto il paese. Vanno avanti i bambini con le palme, seguono i chierichetti, segue poi il bambino vestito di bianco con addosso una pelle di agnello tenendo nella mano destra una Croce e nella sinistra la corda che tiene un agnellino vivo. Tutto ciò rappresenta il Battista ed il Cristo Agnello innocente condotto al macello, ma soprattutto è il simbolo della collegiata della Chiesa Madre che anticamente presiedeva alla celebrazione della Settimana Santa. Seguono quindi gli Apostoli in doppia fila e conclude il sacerdote a dorso di asina. Dietro il sacerdote segue la banda musicale e la folla degli adulti che con gioia e devozione accompagnano il Cristo nel suo ingresso nella Città Santa. Arrivando alla Matrice il sacerdote scende dall’asina e bussa al portone principale d’ingresso che viene aperto consentendo così l’ingresso del sacerdote, degli Apostoli e di tutta la popolazione a ricordo del Salmo: “ Alzatevi porte antiche ed entri il Re della gloria. Sollevate o porte i vostri frontali ed entri il Re della gloria”. Con la celebrazione della Messa si conclude il sacro rito.
Mercoledì Santo. Quella del mercoledì Santo non è una processione devozionale, bensì una processione di servizio. Infatti, coperto con un lenzuolo su una lettiga si porta in corteo, alle ore 20,00, dalla Matrice al Calvario il “ Cristo Morto”, per preparare le celebrazioni del Venerdì Santo. E’ una processione silenziosissima, alla quale partecipa tutto il paese, si sente solo lo scalpitio dei passi. Arrivati al Calvario il sacerdote pronuncia un’omelia sul tradimento di Giuda, una preghiera e la benedizione finale.
Giovedì Santo- Durante la mattina del Giovedì santo non si celebra l’Eucarestia nelle parrocchie, perché viene celebrata un’unica Messa (detta Messa del Crisma) in ogni diocesi, nella chiesa cattedrale, presieduta dal vescovo insieme a tutti i suoi presbiteri e diaconi. In questa messa vengono consacrati gli Olii santi e i presbiteri rinnovano le promesse effettuate al momento della loro ordinazione.
La sera, alle ore 18,00, presso la Chiesa Madre la celebrazione dell’ultima cena, la “ Missa in Coena Domini”. Durante la messa il celebrante lava i piedi ai dodici uomini che per le Palme hanno impersonato gli Apostoli di Cristo. Alla fine della messa i ministri cambiano il colore liturgico (assumendo il colore viola) ed ha luogo il rito della spoliazione degli altari e la velatura delle croci. Gli altari restano senza ornamenti, le croci velate e le campane silenti. La croce verrà scoperta il giorno dopo, il Venerdì Santo durante la parte della speciale cerimonia che (in quel giorno e solo in quel giorno) sostituisce l’adorazione della croce alla liturgia eucaristica. Si fa poi la visita alle varie Chiese per l’adorazione eucaristica.
Venerdì Santo- Oltre all’azione liturgica prevista e voluta dalla riforma conciliare “ Adorazione della Croce”, si fa al Calvario la Commemorazione della Crocifissione, Morte, Deposizione dalla Croce e Sepoltura di Gesù. Tutto ciò con cadenze orarie e Processioni ben precise.
Si inizia alle ore 14,00 con la processione dalla Matrice al Calvario. Si portano le due statue di San Giovanni Apostolo e della Madonna Addolorata al suono dei tamburi e della banda musicale. Seguono i chierici che portano i chiodi ed il lenzuolo per crocifiggere il Signore, quindi il predicatore seguito dai fedeli. Arrivati al Calvario si salgono in cima le due statue e quindi si procede con alla Crocifissione di Gesù e la predica. La seconda processione per il Calvario, alle ore 17,30, prevede la predica delle ultime sette parole pronunciate da Gesù e la Morte, il tutto con grande affluenza di popolo devoto.
Alle ore 20,00 l’ultima salita al Calvario per la Deposizione dalla Croce.
Si porta in processione l’Urna vuota del Cristo Morto, una grande croce luminosa con i simboli ed i segni della Passione, le Pie Donne, la Veronica, la Maddalena, i soldati romani, San Giovanni con l’agnello, e un gruppo di giovani vestiti di bianco ed incappucciati, che ricordano la Compagnia dei Bianchi. Dal Calvario dopo l’ultima predica e la deposizione inizia la processione che si snoda per le vie del paese accompagnata da una marea di persone.
Pasqua- Oltre ai riti della Veglia Pasquale, molto bella è la “ Risuscita”. Dietro l’altare maggiore della Matrice, per antica tradizione, viene collocata una grande trave sulla quale viene posizionata la statua del Cristo Risorto. Con contrappesi equilibrati, a mezzanotte precisa, nel momento del Gloria, viene tolta un’assicella che consente alla statua del Risorto di risalire sulla trave e presentarsi alto all’adorazione dei fedeli, a simboleggiare Cristo che abbandona il Sepolcro e risorge glorioso.
Il mattino di Pasqua partono due cortei: uno con la Madonna e l’altro con il Cristo risorto.
La statua del Cristo si posiziona al centro del Piano Bagnara o “ Chianu da Madonna” tra due ali di folla osannante delimitate da due stendardi ammainati in segno di lutto.
Ad un cenno dell’Arciprete i portatori della statua della Madonna iniziano una corsa verso la statua del Cristo Risorto, durante la quale abbandonano il manto nero, lasciando vedere l’immagine della madonna in atteggiamento di gioia per l’incontro con il figlio non più morto ma risuscitato. Lo sparo dei mortaretti ed il suono delle campane gli stendardi che si innalzano maestosi con i loro drappi e l’applauso dei presenti suggellano un momento straordinario che solo la Pasqua può offrire. “ U Ncuontru” suggella il momento di felicità e di gioia che la cittadinanza ha aspettato per tutta la settimana.
L’impegno e la costanza di un gruppo di persone aderenti all’Azione Cattolica, e di tante altre persone della comunità che hanno collaborato con abnegazione, ha fatto si che queste meravigliose “tradizioni” non andassero perdute.
Rosa Maria Scibetta
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